La cattedrale di San Pietro Apostolo

Situata nel centro storico del capoluogo, la Cattedrale di San Pietro Apostolo rappresenta il cuore della Diocesi di Treviso.

L’attuale fisionomia dell’edificio sacro è dovuta ai ripetuti interventi di ammodernamento che si sono susseguiti nel corso dei secoli e che testimoniano il continuo dialogo fra Chiesa e arte, intesa come incarnazione della fede e della sensibilità religiosa popolare.

Risale al 969 il primo documento attestante la presenza a Treviso di una chiesa “in honore beati Petri apostolorum principis aedificata”. Si ritiene che essa venne quantomeno restaurata in epoca longobarda da Felice, primo vescovo trevigiano storicamente accertato. La Cattedrale assunse maestosità e splendore dopo il Mille, fondendo con sapienza le forme romanico-padane a quelle bizantino-lagunari, acquisendo una pianta basilicale a tre navate, logge ad archetti sovrapposti in facciata ed un portale strombato in origine munito di protiro.

Nel 1430 venne accostato alla facciata un ampio portico di gusto tardogotico. Tra 1482 e 1488 Pietro e i figli Tullio e Antonio Lombardo realizzarono la nuova cappella maggiore con la cupola sovrastante ed entro il secondo decennio del Cinquecento furono ricostruite anche le altre due cappelle absidali in chiaro stile rinascimentale.

Nel 1755 venne dato incarico a Giordano Riccati di rivedere il corpo della chiesa in modo da armonizzarlo con lo stile delle cappelle absidali, dotandolo anche di cupole centrali. Vennero mantenute le cappelle del Santissimo Sacramento e dell’Annunciazione, oltre alla cripta romanica. Il completamento della facciata, progettata dall’architetto Francesco Bomben in stile neoclassico con sontuosa gradinata e pronao con maestose colonne ioniche, risale al 1845. Infine, nel 2000, è stato realizzato l’adeguamento liturgico della zona presbiterale, dove l’altare della celebrazione è composto dall’elaborato Sarcofago del beato Enrico da Bolzano, commissionato e pagato dal Comune trevigiano nel 1315. Oggi, il corpo del Beato è collocato in un altare laterale.

Varcare le porte della Cattedrale offre al visitatore non solo un’occasione di raccoglimento e preghiera, ma anche un promettente itinerario storico-artistico alla scoperta della fede in terra trevigiana. Il Cristo Redentore troneggia dalla lunetta del portale romanico istoriato, ricomposto nel 2005, presso la parete di controfacciata. Gesù Cristo è la «porta del cielo» (Gv 10,7) e dà sicurezza e speranza al pellegrino che  ne varca la soglia e, attraverso la sua umanità, realizza l’incontro col Padre. «Io sono la vite e voi i tralci» (Gv 15,5), rammenta il fregio vitineo posto ai lati del portale, completato da suggestive formelle con rilievi sulla Storia dell’infanzia di Gesù.

Una piccola scala marmorea conduce alla cripta romanica, probabilmente già realizzata nel 1030. Come radici dalla quale una pianta attinge gli elementi vitali, così appaiono le sessanta colonne marmoree che sorreggono le volte della cripta, luogo ove si conservano entro un’Arca (1403) le reliquie del Santo patrono cittadino, Liberale. Sono visibili alcuni lacerti dell’antico pavimento musivo con gli immancabili simbolismi dati da figure animalesche; l’ambiente è decorato da affreschi del XIV e XV secolo raffiguranti Cristo, la Madonna con il Bambino e vari Santi di devozione popolare, oltre a Figure angeliche.

Splendide pale d’altare di Paris Bordon (1557), Pomponio Amalteo (1564) e Domenico Capriolo (1520), conservate nel vestibolo della cappella dell’Annunciazione – detta anche del Malchiostro, dal nome del canonico che la fece costruire -, precedono un capolavoro assoluto, la pala dell’Annunciazione, opera di Tiziano Vecellio (1520). In essa è rappresentato il momento dell’affidamento totale alla volontà di Dio da parte della giovane Maria; dal suo sì «il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14), realizzando così la promessa di salvezza e redenzione per l’umanità. Nel dipinto spicca nello sfondo il ritratto dello stesso Malchiostro. La cappella è arricchita da splendidi affreschi realizzati dal Pordenone nel 1520 e da Pomponio Amalteo sul tema dell’incarnazione.

Anche nel vestibolo della cappella del Santissimo Sacramento sono conservate opere di notevole pregio artistico, fra cui spiccano quelle di Ludovico Pozzoserrato (1595) e Francesco Bassano (metà secolo XVI). Elegante ed armonico è il complesso dei rivestimenti marmorei e delle sculture realizzate da Giovanni Battista e Lorenzo Bregno (1504-1510) per la  cappella.

La Cattedrale non finisce di sorprendere per ricchezza artistica, basti pensare agli interessanti affreschi di Ludovico Seitz (1888), posti nel presbiterio, raffiguranti le quattro figure di santità più importanti per la città di Treviso, oltre alla recentissima pala che rappresenta Il pane della Carità, dipinta da Safet Zec (2019) per l’altare dedicato ai Santi della Chiesa trevigiana tra Ottocento e Novecento.

Infine, anche i musicofili non potranno di certo rimanere indifferenti di fronte al superbo organo Kuhn-Hradetzsky, realizzato in occasione del Giubileo del 2000, che occupa la cappella mediana della navata nord.

(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it)
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