“Si può parlare di intercultura in Veneto?”: con questa domanda è iniziato il nuovo viaggio di Qdpnews.it alla scoperta della cultura indiana in Veneto.
Non si può rimanere indifferenti davanti alla forza dei contrasti e delle contraddizioni che rappresentano da sempre i tratti distintivi dell’India, nazione dove la dimensione del sacro permea ogni aspetto della vita dei suoi abitanti.
La scusa per comprendere dove sia possibile incontrare un “pezzo d’India” in Veneto è stata quella della visita alla mostra del fotografo padovano Massimo Saretta, reduce dal grande successo della sua “Un’idea di India”.
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La mostra, ospitata negli spazi della Galleria Civica Cavour di Padova, ha permesso a tutti i visitatori di rimanere abbagliati dai colori, dai volti, dalle architetture e dalla natura del subcontinente indiano, intrappolati e resi immortali per sempre dal fotografo Saretta.
I visitatori della mostra sono rimasti particolarmente suggestionati dalle foto dei riti funebri lungo il fiume Gange a Varanasi, città santa dell’induismo, dove la vita e la morte si mescolano in un caos soltanto apparente.
Il fedele induista riconosce l’autorità dei Veda, i testi sacri dell’induismo, e ne segue gli insegnamenti oltre ad adottare una condotta di vita in armonia con il dharma, termine che racchiude i concetti di dovere, moralità, legge e giustizia.
Nell’induismo è fondamentale vivere rispettando ogni creatura e portando avanti la dottrina della “non violenza”. A differenza di ciò che si pensa in Occidente, si tratta di una religione monoteista che si concentra sull’unicità di Dio. La legge di causalità e di responsabilità, il karma, è invece strettamente legata alla concezione del ciclo di nascite e morti, samsara.
Per gli induisti, lo scopo o il fine ultimo dell’esistenza è moksha: la liberazione, la realizzazione dell’Assoluto, ciò che causa l’emancipazione dai vincoli dell’ignoranza, motivo principale della sofferenza in quanto costringe l’essere umano al ciclo di nascita e morte.
Povertà assoluta e ricchezza sfarzosa, natura selvaggia e inquinamento massiccio convivono insieme in un Paese, l’India, che rappresenta da sempre la meta più ambita di chi vuole ritrovare se stesso e la propria spiritualità.
Induisti, buddhisti, giainisti, cristiani, musulmani e sikh convivono insieme in India, alternando momenti di feroce conflitto a fasi in cui questo Paese può essere considerato un vero modello per il dialogo tra culture e religioni.
Padova, uno dei centri più importanti della cristianità italiana, è una delle città venete dove gli appassionati di culture lontane possono trovare numerosi stimoli utili ad approfondire gli usi, i costumi e le tradizioni di tante etnie. Concentrandosi sull’India, invece, non mancano le opportunità per gustare i colori, i profumi e le bellezze della “terra dei maharaja”.
Cucina indiana, oggettistica orientale, incontri, mostre e festival sulla spiritualità e sulla cultura dell’India non sono delle rarità nella città devota a Sant’Antonio. Il ricercatore attento, infatti, potrà trovare tutto questo negli anfratti più nascosti e nei luoghi più visibili di una città che non ha paura delle diversità, trasformando ogni differenza in un’opportunità di crescita e di arricchimento culturale e umano.
Ancora una volta il Veneto si riscopre luogo nel quale non verrà mai sottratto a nessuno il privilegio dell’incontro con le infinite sfumature che può assumere la nostra esperienza di vita in questo mondo.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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