Dall’India a Tezze. La Velcoc, leader nella produzione di zerbini in cocco punta al futuro: “Vogliamo riutilizzare gli scarti delle nostre lavorazioni”

Dall’India a Tezze di Piave, frazione del Comune di Vazzola.

Sono più di 6500 i chilometri che separano questi due luoghi totalmente diversi sotto ogni aspetto.

Luoghi che la Velcoc, leader mondiale nella produzione di zerbini in cocco, con sede proprio nel piccolo Comune della Marca trevigiana, unisce idealmente, e non solo.

La scelta dell’azienda negli anni 2000 è stata non solo quella di volere un contatto costante e profondo con le fibre del cocco, materia prima utilizzata per la produzione degli zerbini, ma soprattutto con la cultura e le usanze di chi la produce.

“La storia della nostra azienda ha inizio nel 1910 – spiega Eleonora – con Egidio Giacomini, che con le prime importazioni di fibra ha dato inizio a un’attività prettamente artigianale dedita alla produzione di zerbini, corsie e fiscoli che sono dei particolari filtri utilizzati per la spremitura delle olive”.

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Dopo le due Guerre Mondiali, superate indenni dalla prima generazione arriva il boom economico e con esso anche l’apporto dei figli del fondatore all’interno dell’azienda: “Il loro ingresso ha dato nuovo slancio all’organizzazione e alla produzione – continua Eleonora – con l’acquisizione di un brevetto per un macchinario innovativo dedicato alla produzione di zerbini e rotoli in cocco, la cui tecnologia è utilizzata tutt’oggi”.

Negli anni 70 viene lanciato il brand Velcoc e fondata una nuova azienda, la Texma, per la produzione di zerbini e tappeti in materiale sintetico: “Il vero anno di svolta è il 1992 perché entra a far parte dell’azienda, con il ruolo di amministratore delegato, anche mio padre – continua – che si chiama Egidio anche lui. È proprio grazie a papà che nel 2000 viene fondata la nostra azienda in India, precisamente nello stato del Kerale, che ci ha permesso di diventare leader mondiale nella produzione di zerbini e rotoli in cocco“.

“Ci siamo chiesti più volte – prosegue – se valesse la pena di continuare a investire in Italia, notando come stesse diventando sempre più complicata la gestione delle risorse e trovandoci sempre più in difficoltà se messi in comparazione con gli imprenditori. Lo spirito con cui è nata questa azienda ha fatto da motrice ai progetti che sono nati negli ultimi anni che mirano a creare valore e non solamente un prodotto”.

Il progetto della Velcoc, spinto dall’entusiasmo di Eleonora e della quarta generazione, è estremamente ambizioso, ma al passo coi tempi: “L’obiettivo a medio termine è quello di lavorare in un’ottica di economia circolare, recuperando il 100% degli scarti della nostra produzione. Oltre a questo nell’ultimo anno, nonostante la pandemia, abbiamo investito notevolmente, sia nella tecnologia acquistando tre nuovi macchinari, sia sul personale assumendo a tempo indeterminato 13 persone: cinque donne e otto uomini perché crediamo, come dimostrato dalla nostra storia, che il gruppo di lavoro sia fondamentale per continuare a raggiungere gli obbiettivi che ci siamo fissati”.

(Fonte: Simone Masetto© Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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