La meridiana di Flora possibile “attrazione turistica” per le colline Unesco. Visentin: “Immaginiamo i filari trasformati in meridiane arboree”

La meridiana di Flora potrebbe rappresentare una vera e propria attrazione turistica, capace di muovere tutti gli appassionati di meridiane, anche per il territorio del sito Unesco delle colline di Conegliano e Valdobbiadene.

Ne è convinta la pordenonese Ennia Visentin, che nel 2017 ha partecipato al XXI Seminario Nazionale di Gnomonica di Valdobbiadene, manifestazione alla quale hanno partecipato 120 gnomonisti e appassionati di orologi solari provenienti da tutta Italia.

Visentin, residente ad Arba sulla pedemontana pordenonese, si occupa dal 1991 di tecniche antiche di decorazione e pittura, con particolare attenzione all’affresco su marmorino con la tecnica degli antichi romani, alle riproduzioni di finti legni e marmi della scuola fiamminga, alle finte architetture, all’estrazione dei coloranti dai vegetali e, non ultima, alla costruzione di orologi solari.

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Dal 1996 svolge attività didattica in centri di formazione e specializzazione professionale italiani ed esteri, collaborando con articoli e saggi a diverse pubblicazioni su temi quali le tecniche pittoriche, le piante tintorie e gli orologi solari.

La meridiana di Flora è chiamata anche meridiana di Linneo proprio in onore del suo inventore, il botanico svedese, padre della botanica moderna, al quale dobbiamo tra le tante scoperte e intuizioni il sistema di classificazione degli esseri viventi – spiega Visentin – Carlo Linneo si accorse che numerosi fiori aprivano le loro corolle in precise e particolari ore della giornata. La varietà era tale da coprire tutte le ore del giorno e della notte”.

“Nel 1751 egli progettò un orologio floreale utilizzando certe specie di piante floreali – prosegue – Organizzando le specie selezionate in un modello circolare, progettò un orologio che indicava l’ora osservando quali fiori si aprivano e quali si chiudevano. La varietà è tale da coprire tutte le ore del giorno e della notte. La bellezza di questo orologio è innegabile, scelto per l’arredo di parchi pubblici o di giardini privati, ha anche la funzione di indicatore stagionale grazie alle diverse fioriture, oltre a rallegrarci nella lettura dell’ora in un modo certamente originale”.

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Per la studiosa di meridiane, inoltre, questo orologio potrebbe avere anche una “funzione didattica e divulgativa” se installato nei cortili delle scuole o negli orti botanici: messo in posizione panoramica offrirebbe, oltre alla valorizzazione di una data area, anche una considerevole attrazione turistica.

Visentin ha voluto ricordare anche la bellezza degli edifici arborei viventi, una pratica inventata dall’abate tedesco Friedrich Kuffner agli inizi del 1700 che sviluppò la costruzione di un orologio arboreo che utilizza gli stessi criteri di orientamento di un quadrante solare verticale.

Il quadrante è composto dalle linee orarie ottenute orientando opportunamente i rami dell’albero – spiega Visentin – Proviamo a immaginare il fascino di un filare di viti trasformato in meridiane arboree”.

Non è mancato un ricordo per il seminario di gnomonica di Valdobbiadene: “In quell’occasione – conclude – il Veneto ha dato prova di grandi capacità e Valdobbiadene è stata insuperabile in accoglienza, ospitalità e pure competenza nel presentare e curare i suoi strumenti gnomonici antichi e moderni”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di Ennia Visentin).
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