Toponimi della Marca Trevigiana, Pieve del Grappa: breve escursione alla ricerca del soldato Peter Pan

Oggi visitiamo un comune di recentissima istituzione, popolato da circa settemila anime: Pieve del Grappa, nato nel 2019 dalla fusione dei municipi di Crespano e Paderno del Grappa. La denominazione attuale ha prevalso su due alternative, Montegrappa e Pedemonte del Grappa, risultate meno gradite alla popolazione locale.

Il toponimo odierno è di facile decifrazione: Pieve, dal latino plebs – plebis ha la doppia accezione di distretto rurale e di circoscrizione religiosa raccolta attorno a una chiesa provvista di fonte battesimale. La specificazione del Grappa, intuitivamente, discende dalla prossimità all’omonimo massiccio la cui etimologia resta in bilico fra il germanico krappa (uncino), il veneto grappa (erpice) e, più verosimilmente, il sassone krapp (roccia).

A questo punto è interessante indagare sull’origine etimologica delle due frazioni più popolate. Crespano, famoso per la lavorazione della lana e dei tessuti sin dal Medioevo, è attestato come “Crespanum” nel 1085, “Crispano” nel 1138 e col nome attuale nel 1147. Il suo toponimo è considerato un prediale, cioè un nome geografico derivante dal nome dell’antico proprietario di un podere, probabilmente tale Crispus.

Paderno è invece un nome geografico piuttosto diffuso nell’Italia settentrionale e deriva dal latino paternus nel senso di proprietà fondiaria ereditata dal padre.

Il blasone comunale racchiude l’essenza della storia e dell’identità pievegina: il Sacrario di Cima Grappa sormontato dal Sacello della Madonna del Grappa sovrasta il leone di San Marco tratto dallo stemma di Crespano e le rose rosse “bottonate d’oro” che ornavano quello di Paderno.

Salire al Sacrario di Cima Grappa significa immergersi nella storia circondati da una natura superba e severa. Qui riposano le spoglie di 22.950 soldati di tutte le nazionalità caduti nella Grande Guerra. Fra le tante sepolture spicca quella di Peter Panun fante austroungarico caduto sul Monte Grappa nel settembre del 1918.

Il nome, così curioso, ci strappa un sorriso subito smorzato dalla consapevolezza di essere di fronte alle spoglie di un ragazzo di ventitré anni venuto a morire su queste balze a milleduecento chilometri dal suo paese, oggi in territorio rumeno.

I bambini in visita al Sacrario lasciano spesso a Peter Pan un fiore, una conchiglia o un sassolino; anche noi deponiamo una pietruzza dalla vaga forma di cuore sul bordo della lapide di un ragazzo, che come purtroppo tanti suoi commilitoni, non ha avuto la possibilità di sperimentare la spensieratezza e la felicità del vero Peter Pan.

(Fonte: Marcello Marzani © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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