Non è carnevale senza “fritoe”: Marinella Fagaraz prepara la ricetta che mette d’accordo i gusti di grandi e piccini

 

Il Veneto è una regione dove l’enogastronomia è sempre stata influenzata da feste e ricorrenze: così come per le castagnole (vedi articolo) anche le frittelle risultano essere sinonimo di Carnevale, ma a differenza delle loro “sorelle minori” hanno avuto più fortuna e risultano essere maggiormente prodotte e commercializzate in questo periodo.

La storia delle frittelle risale alla seconda metà del 1300 ma le prime testimonianze ne rivelano i segreti solo trecento anni dopo: i dolci venivano preparati, fritti e venduti in delle baracche di legno lungo le strade dei paesi.

Quello del “fritolero” era un mestiere molto in voga all’epoca e le ricette venivano gelosamente tramandate di padre in figlio. Anche se nel 1700 le frittelle furono elette come dolce nazionale della Repubblica Serenissima, con il passare dei secoli la ricetta subì delle rivisitazioni in base ai prodotti disponibili nelle zone dove veniva preparata.

La tradizionale ricetta rimane però quella veneziana: l’impasto, preparato con zucchero, uova, latte e farina, veniva arricchito con uvetta e pinoli.

La preparazione delle frittelle inaugurava un periodo di festa in tutte le famiglie e la stessa Marinella Fagaraz, cuoca ed esperta di ricette della tradizione, ricorda momenti famigliari di grande gioia: “Ho ancora impressa nella memoria l’immagine di mia mamma attorno al fuoco mentre friggeva le frittelle”.

“La preparazione di questo dolce è molto semplice – continua Marinella – e proprio per questo ha avuto molto successo negli anni. Basta mescolare in una ciottola tre cucchiai di zucchero, un uovo, 150 grammi di farina, mezza bustina di lievito e 50 ml di latte e olio d’oliva”.

La ricetta di Marinella presume l’utilizzo dell’uvetta, ma in molti preferiscono anche prepararle utilizzando delle mele tagliate a cubetti.

Una volta che il composto è pronto e ben amalgamato basterà formare delle piccole palline utilizzando dei cucchiai e friggerle in olio di semi fino a quando non risulteranno dorate, servendole poi in un piatto, non prima di averle cosparse di zucchero a velo.

La testimonianza di quanto questo dolce sia radicato nella cultura popolare è sottolineato anche dal detto “Acqua e chiacchiere non fanno frittelle” che sta a significare come i discorsi inconcludenti non portino a nessun risultato.

 

(Fonte: Simone Masetto © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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