Lungo il percorso del Beato Enrico, il pellegrinaggio che collega Bolzano a Treviso, passando per la Città dei Cento Orizzonti

Al tempo dev’essere stato un cammino davvero lungo e difficile, quello che si dice abbia intrapreso il Beato Enrico, nato a Bolzano nel 1250, per raggiungere Treviso, dove visse e frequentò, ogni giorno, tutti gli edifici sacri della città: oggi questo percorso, meno conosciuto di altre mete di pellegrinaggio, attraversa dei paesaggi tra loro molto vari e rappresenta un ottimo modo per raggiungere anche Asolo, tappa irrinunciabile di questo percorso.

A chi è abituato a percorrere la Valsugana in auto, infatti, questo cammino sblocca tutta una serie di scorci unici, che invitano a fare un viaggio introspettivo, oltre che geografico. A seguire recentemente questo tragitto, in solitaria, è stato l’assessore comunale di Asolo Andrea Canil, che ha deciso di raccontare la sua esperienza in questo viaggio di ritorno alla Città dei Cento Orizzonti, particolarmente consigliato a chi ama questo genere di attività outdoor e chi ha il tempo da dedicare a camminate così lunghe e impegnative.

Paolo Spolaore, l’autore che ha raccontato la vita del Beato Enrico, ha tracciato quest’itinerario descrivendo siti “d’accoglienza povera” lungo il cammino: il percorso incontra e segue il corso di diversi fiumi tra il Trentino-Alto Adige e il Veneto, tra i quali l’Adige, il Brenta, il Muson da Asolo a Castelfranco attraverso il Sentiero degli Ezzelini e il Sile, attraverso la pista ciclopedonale Ostiglia e la via Claudia Augusta.

Lo stesso percorso, con 10 tappe da 230 chilometri, è stato meta per secoli di pellegrinaggi da parte di viaggiatori provenienti dall’Austria o dalla Germania. Per chi non ha il tempo di affrontarne l’intera lunghezza, davvero impegnativa per chi non è massimamente allenato, c’è la possibilità di farne soltanto qualche tappa.

“Quando vai a Bolzano, passando per Bassano, non fai mai caso a quello che c’è intorno – spiega l’assessore Canil, che ha fatto l’itinerario anche per “guadagnarsi” il ritorno ad Asolo dopo una lunga passeggiata – Andando a piedi assapori meglio i paesaggi che incontri, piano piano ti rendi conto di quanta bellezza ci sia a pochi passi da casa, anche nell’area Bassanese. I prerequisiti per fare un cammino come questo sono essere prima di tutto qualcuno che sia abituato a camminare, perché sono tappe da 25-30 chilometri al giorno. Poi bisogna portare con sé uno zaino da vero pellegrino, quindi col minimo indispensabile. Un cambio, qualcosa che ti salvi in caso di pioggia, e pochissimo altro: non sembra ma poi quando fai 25 chilometri al giorno lo senti tutto il peso dello zaino”.

L’assessore Canil ha deciso di soggiornare in alcuni punti vicini al percorso, anche se non sempre la scelta era più di una, ma esiste un’organizzazione (Confraternita di Santiago e del Beato Enrico) localizzata a Castelfranco Veneto che aiuta e consiglia i viaggiatori sugli alloggi.

“Non ho trovato nessun altro pellegrino lungo il percorso, che mi sono goduto in tranquillità. L’esperienza che ho provato l’altro giorno nel tornare a casa, ad Asolo, passando per Bassano, è stata qualcosa di indescrivibile: durante i 90 chilometri che mi dividevano da casa vedevo il paesaggio come qualcosa di diverso. Secondo me, dopo la fatica, avendo come punto di arrivo casa tua, riesci a vedere meglio la bellezza del nostro territorio; quindi, invito tutti a provare qualcosa di simile, scegliendo Asolo come destinazione o tappa intermedia”.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
(Foto: gentile concessione di Andrea Canil).
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