“L’ospedale del futuro, che cura la persona, non la malattia”: così nasce l’High Care, cuore della Cittadella della Salute

Un ospedale che cura non la malattia, ma la persona: viene definita così la nuova struttura ospedaliera di Treviso, nella prefazione del libro che presenta la nuova Cittadella della Salute, il cui primo palazzo è stato inaugurato ieri, giovedì 29 dicembre. Una data davvero storica per la Provincia di Treviso che segna il “passaggio al futuro” di un ospedale che esisteva già dal 1332. Per progettare questa transizione sono state necessari oltre 200 professionisti interni, autorizzazioni, concessioni, con un investimento complessivo di oltre 270 milioni di euro.

Le ragioni che hanno spinto il mondo della sanità del Veneto a investire su un’opera così colossale proprio a Treviso è principalmente una, oltre alla necessità di passare dalla “medicina analogica” alla “medicina digitale”: al Ca’ Foncello, che è l’hub di riferimento provinciale per un’area molto vasta, si soffriva della grande dispersione delle attività dei reparti. La Cittadella della Salute è una superficie ottimizzata, in cui è più semplice orientarsi, ed è stata costruita con una logica di collaborazione tra specialisti.

Il livello tecnologico è stato al centro degli investimenti, tanto che ogni la realizzazione di ogni sala operatoria modulare ha avuto costi di diversi milioni ciascuna, con un allestimento dell’edificio pari a 16 milioni di euro: anche la telemedicina prenderà uno spazio importante all’interno della Cittadella.

L’High Care, cuore della Cittadella e primo dei tre edifici che la comporranno, sorge in un’area urbana che misura circa quanto tre quarti del centro storico di Treviso ed è delimitata a est dal Sile: fin dalla sua ideazione è stato pensato per impattare il meno possibile dal punto di vista paesaggistico e per venire inserito, in altezza e proporzioni, nello standard architettonico “canopy” di quella precisa area. L’approvazione del progetto, firmato L+Partners, risale al giugno del 2017 e poi all’8 marzo 2018, con la prima realizzazione dell’edificio High Care: 60mila metri quadrati su sei piani, con quattro settori dotati di vari servizi di diagnosi, cura, sale d’attesa per un totale dei 450 posti letto (96 in Terapia intensiva).

Il cantiere della ditta Carron, trevigiana, non avrebbe mai registrato in questi anni nemmeno un infortunio: si tratta di qualcosa che non risulta essere scontato in un’opera di queste proporzioni. Alcuni imprevisti hanno effettivamente vincolato i lavori, rallentandoli: la pandemia e il ritrovamento e il necessario smaltimento di alcuni rifiuti misti (amianto), tra il 2019 e il 2020. Il progetto prevede, oltre alla riqualificazione degli edifici già esistenti, anche la demolizione di sezioni non più funzionali. Nel visitare l’edificio 29 High Care ci si rende conto specialmente della varietà degli ambienti e dei colori: una prerogativa importante dei progettisti è stata quella di creare un ambiente positivo, con un colore per ogni livello e un’attenzione anche al “lato umano” della struttura. L’aspetto delle sale operatorie, in effetti, descrive un po’ anche l’essenza sostenibile dell’ospedale.

Dal punto di vista finanziario, il progetto relativo all’Ospedal Grando, presieduto da Antonio Cacchione e dall’amministratore delegato Francesco Mandruzzato, ha visto la partecipazione del gruppo internazionale Lendlease, e la partecipazione dall’investimento delle più importanti banche commerciali italiane e della Banca Europea degli Investimenti. Al taglio del nastro di ieri, alla presenza del governatore Luca Zaia e degli assessori Lanzarin e Caner, del sindaco di Treviso Mario Conte, dei sindaci da tutta la provincia e di una parte del personale dell’Ulss2, il direttore generale dell’Ulss2 Francesco Benazzi era particolarmente emozionato: nel suo intervento ha particolarmente sottolineato l’impegno del personale dell’Ulss2 nel supportare l’adattamento della struttura alle esigenze pratiche dei pazienti.

È stato proprio Francesco Benazzi, accompagnando tra i reparti appena inaugurati il presidente Zaia, ad anticipare una battuta anche sulla questione dei parcheggi, altra importante criticità dell’area ospedaliera di Treviso: “Abbiamo anche un’area di altri 850 parcheggi, che quota parte saranno a pagamento con un costo di poco più di un euro al giorno. Altri cinquecento saranno invece gratuiti. Si tratta di un project financing che prevede l’apertura quando la Cittadella sarà completa”.

La data prevista per il trasferimento degli arredi e l’inserimento del personale e dei pazienti, così come per il completamento della Cittadella nel suo insieme, è prevista tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate 2023. La preoccupazione, ora, riguarda sempre e comunque il personale, che non è mai sufficiente a coprire la richiesta: a Treviso però, la Cittadella fungerà da polo universitario dove giovani medici e infermieri potranno portare le proprie capacità, il proprio entusiasmo, a supportare il lavoro dei professionisti affermati. Così, anche secondo il preside

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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