L’ex convento domenicano di San Nicolò a Treviso e la presenza nella storia dei frati in città

Accanto al tempio di San Nicolò a Treviso si trovano gli edifici del seminario vescovile che, attualmente, ospitano una scuola di teologia per laici, una nutrita biblioteca e alcune sedi museali.

Il nucleo originario del convento si è formato tra il XIII e il XIV secolo, in un’epoca in cui Treviso godeva di particolare splendore culturale e artistico.

La “Marca Gioiosa” ha raggiunto un grandissimo prestigio nel campo della pittura proprio intorno alla metà del Trecento con Tomaso da Modena, autore del ciclo dei 40 personaggi dell’ordine domenicano, affrescato nella Sala del Capitolo di Treviso nel 1352.

Nel 1999 c’è stato il recupero dei primi 3 affreschi dell’importante ciclo pittorico della sala capitolare dietro il tempio di San Nicolò, andati in pezzi durante il bombardamento del 27 dicembre 1944.

È stato Mario Botter a raccogliere e mettere al sicuro i brandelli dei tre illustri Domenicani (San Domenico, San Pietro Martire e San Tommaso d’Aquino) che lo scoppio di una bomba aveva strappato dalla parete: emblema della rivincita dell’arte sulla barbarie della guerra.

Per quanto riguarda la presenza dei Domenicani a Treviso, si dice siano arrivati in città nella prima metà del XIII secolo.

Nel 1230 il Comune ha offerto ai frati predicatori un’area della città o del suburbio, stanziando una certa somma perché vi potessero costruire la chiesa e il convento. Nel 1243 il sacello è stato decorato all’interno con affreschi e trasformato in sala capitolare.

Circa un secolo più tardi, le sue pareti sono state quasi completamente trasformate dal pennello di Tomaso da Modena.

La chiesa, dedicata a San Nicolò, sembra sia stata ultimata nel 1282, ma già nei primi anni del Trecento è stata demolita per costruire nello stesso luogo il grande tempio che ancora oggi possiamo ammirare.

Nel 1303, Nicolò Boccasino (papa Benedetto XI) è stato a Treviso e ha lasciato un’ingente somma affinchè la chiesa di San Nicolò fosse ricostruita secondo un progetto più ambizioso.

I lavori si sono interrotti nel 1318 per riprendere nel 1348, sotto l’impulso di frate Francesco Massa da Belluno. Nel 1389 c’è stata una nuova interruzione e una nuova ripresa ma si è dovuto attendere la seconda metà dell’Ottocento per poter vedere la chiesa così come si presenta ora.

Nel 1810, il governo napoleonico ha decretato la soppressione degli Ordini religiosi e la requisizione dei loro beni e, tra il 1796 e il 1810, il convento domenicano è stato usato come ospedale militare e caserma.

Nel 1839, il vescovo di Treviso, Sebastiano Soldati, dopo lunghissime trattative con il governo austriaco, è riuscito ad acquistare l’ex convento dove ha trasferito il seminario diocesano.

Attualmente, oltre al seminario e alle annesse scuole di teologia (una per chierici e una per laici), l’ex convento ospita alcune collezioni di notevole interesse: un museo zoologico, un museo etnografico dedicato all’America Centrale e un museo archeologico.

Vi ha sede anche una ricca biblioteca perché i Domenicani davano ai libri una grande importanza, tanto da definirli “arma nostrae militiae”.

Tornando a Nicolò Boccasino, nel 1297 maestro generale dell’Ordine, ha donato trenta volumi ai suoi confratelli di Treviso.

Nel convento di San Nicolò, inoltre, sono stati scritti importanti documenti, come gli Statuti comunali del 1315.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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