Dengue, la febbre dell’epidemia record in Brasile: ecco cos’è e come si previene

il dottor Mario Giobbia

Qualche giorno fa il Brasile ha superato il triste record di decessi per febbre dengue: è successo in poche settimane, con un’epidemia senza precedenti. La malattia, che in realtà esiste in quattro differenti livelli di gravità, viene trasmessa attraverso la puntura delle zanzare e, come altre patologie infettive, può arrivare nel nostro territorio se importata dalle aree calde tropicali, specie dall’America latina e dall’Asia equatoriale.

Febbre dengue – intervista al dottor Mario Giobbia, reparto Malattie Infettive Ulss 2 – Video di Luca Vecellio

I vettori che stimolano le epidemie in queste zone sono le zanzare, che trasportano il virus da un corpo a un altro, ma con il cambiamento climatico e l’innalzamento delle temperature questi insetti trovano anche in Italia un habitat ideale: aumenta così, conseguentemente, anche la capacità replicativa di questo virus.

Dal reparto Malattie Infettive dell’Ulss2 Marca Trevigiana, il dottor Mario Giobbia approfondisce questo tema, che, come ogni argomento che riguardi la salute, va affrontato con scientificità e senza creare allarmismo: “Ci sono zanzare estremamente efficienti nella trasmissione di questi virus. Noi ne abbiamo una specie, la zanzara tigre, che si è adattata a trasportarlo: è molto attiva e diffusa – spiega lo specialista, – D’altra parte, i viaggi aere sono sempre più frequenti ed è possibile che i viaggiatori contraggano il virus nelle zone a rischio, per poi fare ritorno a casa”.

Come si manifesta la malattia?

La dengue può avere diverse gradazioni di capacità espressiva: nel 50% dei casi l’infezione è totalmente asintomatica, vale a dire che il virus penetra attraverso il morso dell’insetto e il corpo reagisce con una produzione di anticorpi, senza manifestazioni. Oppure il sintomo può essere una forma febbrile banale, difficile da distinguere perché simile a una forma di raffreddamento; è poi possibile anche la comparsa di un eritema, di un arrossamento diffuso. Al contrario, in casi più importanti, si possono percepire dolori articolari molto intensi per alcuni giorni, che in genere richiedono qualche giorno di riposo.

Nella fase più grave invece si possono avere delle manifestazioni emorragiche, con uno stravaso di liquidi all’esterno dei capillari, una perdita di proteine e sanguinamenti. Queste conseguenze non avvengono quasi mai nella prima infezione ma nelle successive reinfezioni: questo perché il dengue ha quattro forme antigeniche, numerate dall’uno al quattro. Se mi infetto con un virus di genotipo uno sviluppo degli anticorpi in grado di neutralizzare il tipo uno, ma che favoriscono l’ingresso del genotipo due, tre e quattro. Nei casi che riguardano i bambini, soprattutto nel Sud Est asiatico, si è notato che il quadro emorragico tende a essere più frequente.

Come possiamo fare prevenzione?

Il Ministero della Salute si è ampiamente attrezzato, raccomandando ai viaggiatori internazionali e quindi alle compagnie aeree e di trasporto merci un’attenzione particolare a vettori che provengono da aree a rischio. Per esempio, un aereo che proviene dal Brasile viene trattato alla partenza con degli insetticidi.

Allo stesso modo i Comuni effettuano delle bonifiche all’interno dei tombini, dove in genere vivono le zanzare tigri. Ci sono delle piccole attenzioni, come svuotare i sottovasi dall’acqua e ridurre la presenza di acque calme, che possono evitare la loro presenza vicino alle abitazioni. Bisognerà poi seguire eventualmente lo sviluppo di quest’epidemia anche nei paesi africani.

Come è possibile sapere se si è infetti?

Ci sono vari testi possibili: attraverso un semplice prelievo, poi inviato alla Microbiologia qui a Treviso, che compie un primo test di screening rapido e semplice per poi inoltrare il campione a Padova di che genotipo si tratta.

Ribadisco che l’importante è segnalare: se si è stati in aree tropicali e i sintomi corrispondono, è importante segnalare l’eventuale forma di malessere al proprio medico o al Pronto soccorso, facendo presente di un eventuale recente viaggio all’estero nelle zone a rischio.

Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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