Alvise Tommaseo Ponzetta, l’avvocato con il pallino per l’agricoltura. Nel brolo dell’antica villa veneta spuntano gli asparagi verdi fertilizzati dalle sabbie del Piave

La vocazione e la storia familiare fanno dell’avvocato Alvise Tommaseo Ponzetta, nonchè scrittore, giornalista pubblicista e consigliere comunale di Ponte di Piave, un appassionato agricoltore, che valorizza in particolare le produzioni delle terra del Piave. Quando non indossa la toga, si mette al lavoro nella cantina vinicola e nel brolo di Casa Tommaso Ponzetta, l’antica villa – fattoria nel centro del paese sulla sponda sinistra del fiume, teatro di tanti avvenimenti  durante le due guerre mondiali del Novecento.

L’avvocato trevigiano due anni fa ha trasformato l’antico brolo, tipico giardino posto sul retro delle ville venete (solitamente destinato ad accogliere alberi da frutta e orti), in un vasto asparagéto in campo aperto, senza serra.

La scelta è caduta sugli asparagi verdi, la cui coltivazione comporta meno lavoro.  Questa è la prima stagione di raccolta; nelle prime settimane di aprile ha fruttato tra i 29-31 chili al giorno.

Poi la crescita dei turrioni è stata bloccata dal maltempo e dalle temperature più rigide, ma con il ritorno del sole i verdi germogli ritornano a spuntare, numerosi, e il raccolto durerà fino alle prime due settimane di maggio.

Il brolo di Casa Tommaseo Ponzetta ha delle caratteristiche ottimali per questa coltura. “Il terreno  sabbioso è molto adatto per gli asparagi. Fino al Cinquecento il Piave passava fin dove ci sono gli alberi che vediamo qui. I veneziani poi lo hanno tagliato, perchè faceva una grande ansa. Ma per secoli e secoli, le piene del Piave hanno portato la sabbia. – dice l’avvocato agricoltore – Quindi era un terreno adatto. Ho visto che  Cimadolmo aveva un gran successo, questa è la zona Dop dell’asparago. Perciò ho fatto questo esperimento, cercando anche di invogliare i figli ad appassionarsi alla terra”.

La famiglia Tommaseo è di antica nobiltà (erano dei conti), originaria della Dalmazia. Si insediò nella Marca Trevigiana intorno al 1860 ed è sempre stata legata alla Repubblica di Venezia. Nell’albero genealogico annovera il patriota, linguista e scrittore Niccolò Tommaseo.

La famiglia fin dal 1400 possedeva terreni nei dintorni di Postire, un Comune della Regione spalatino-dalmata sull’isola di Brazza. Grandi proprietà terriere coltivate a vigneti ed ulivi, le cui produzioni, una volta trasformati in vino ed olio, venivano commercializzate in tutta la costa adriatica. Nelle fertili campagne del Piave, i Tommaseo  introdussero le loro secolari esperienze soprattutto in campo vitivinicolo.

Nel Comune di Salgareda si trovano i cinque ettari coltivati a vigneto. In passato a Salgareda sorgeva un’altra villa acquisita dai Tommaseo alla fine del 1800, ma è andata distrutta e ne restano solo le fotografie d’epoca esposte nella ricca raccolta dell’avvocato.

Anche la nobile dimora nel centro di Ponte di Piave (composta dalla villa padronale e da due caratteristiche barchesse) fu pesantemente danneggiata nella prima guerra mondiale. Per un  periodo fu un comando austroungarico e nel parco furono seppellite le salme di soldati austriaci caduti sul fronte del Piave.

È stata ricostruita nel 1920 dal trisnonno di Alvise Tommaseo Ponzetta. Nel secondo conflitto venne requisita dall’esercito tedesco e poi dai partigiani, finchè gli inglesi non la restituirono ai legittimi proprietari.

Lo scrittore vicentino Goffredo Parise, che visse gran parte della proria vita a Ponte di Piave (le sue ceneri sono state tumulate nel giardino della Casa Rossa, divenuta un centro culturale) era legato da una profonda amicizia ai fratelli Piero, Tommaso, Marino e Giorgio Tommaseo, e a loro dedicò il racconto “Famiglia” nei “Sillabari”.

Alvise Tommaseo Ponzetta porta avanti l’antica vocazione vitivinicola, puntando anche sugli antichi autoctoni del Piave, meno conosciuti ma di grande interesse enologico: “Oltre al Raboso, al Manzoni Bianco e al Manzoni Rosso, da quest’anno raccoglierò la produzione del Grapariol, la Rabosina bianca che sarebbe tipica della Destra Piave, della zona di Zenson di Piave. Ma in linea d’aria sono tre o quattro chilometri da qui”.

(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Related Posts