Le frazioni di Fratta e Colmaggiore, del Comune di Tarzo amministrato da Vincenzo Sacchet, sono collegate tra loro da uno splendido percorso, ricco di storia e tradizioni: si chiama la via dei Murales, che riprende il proprio nome dagli affreschi sulle pareti esterne di alcune abitazioni, realizzati tra il 2008 e il 2016.
Scene di vita famigliare e comunitaria, oltre alle tappe principali dell’emigrazione passata della comunità del posto si possono ammirare lungo questo percorso, attrattivo non soltanto per i turisti ma anche per quanti desiderino approfondire quelli che sono gli aspetti più significativi della storia dei nostri luoghi.
Se si parla di emigrazione, ad esempio, un murale raffigura le sue tappe principali per la comunità di Tarzo: nel 1857 ci si dirigeva specialmente nelle foreste brasiliane per opere di risboscamento e rimboscamento, mentre tra il 1892 e il 1902 erano Rio de Janeiro, San Paolo, gli stati brasiliani di Minas Gerais e Santa Catarina a essere polo di attrazione, per le loro piantagioni di caffè, granturco e canna da zucchero, fino a giungere al periodo tra il 1922 e il 1946, anni caratterizzati dall’emigrazione stagionale in Argentina e Nord Europa, per lavorare in miniera e nelle fabbriche.
Ma non mancano neppure i riferimenti alle pratiche di economia domestica, alla vita comunitaria e alle antiche leggende.
Un’iniziativa che è stata seguita in particolare dalla Pro loco di Tarzo, guidata da Luciano Piaia: “In tutto sono 16 le opere che si trovano nelle frazioni di Fratta e Colmaggiore, realizzate con tecniche diverse”.
“La nostra volontà era quella di raccontare gli usi e costumi e le tradizioni della comunità, anche per chi verrà. – ha proseguito il presidente della Pro loco – In sostanza, abbiamo cercato di raccontarci e di narrare quelle che sono le nostre eccellenze, grazie alla collaborazione e della disponibilità dei proprietari delle case sulle cui pareti sono state realizzate queste opere”.
“Abbiamo coinvolto artisti come Gabriele Cattarin, molto attivo a Sarmede, Franco Corrocher, artista di Conegliano, Maria Teresa Casagrande, Walter Bernardi e molti altri. – ha spiegato Piaia – Quando incontriamo un artista valutiamo quello che è il suo stile: i murales sono incentrati su singoli temi, che si devono sposare con i luoghi in cui verranno realizzati. Ad esempio, l’interno di un casoin dei primi del Novecento è stato creato proprio sulla parete di quello che era un vecchio casoin del passato. La latteria sociale ha un’opera in tema, e così via”.
“Nel tempo abbiamo avuto la collaborazione anche da parte dell’associazione ‘Va dee Femene’, il sostegno dell’amministrazione comunale e di Banca Prealpi SanBiagio, – ha aggiunto Piaia – ma è principalmente la Pro Loco a sostenere il progetto, con il ricavato degli eventi organizzati: non a caso un’opera è stata realizzata per il 40esimo della Festa della castagna”.
“Avevamo dei nuovi progetti in tema di murales – ha svelato il presidente della Pro loco – ma siamo rimasti fermi a causa della situazione vigente: sarà per il prossimo anno”.
Nel frattempo i visitatori potranno ammirare scene che raffigurano San Martino intento a tagliare il mantello per i poveri, oppure “el mazarol”, il folletto dei boschi, determinato a spaventare i taglialegna, per poi osservare un tipico cortile rurale di Fratta o le fasi di preparazione di un “cop”, fino a un vero e proprio omaggio al baco da seta, fondamentale per l’economia domestica del passato.
Una volontà di ricordare, quella della via dei Murales, che è ben riassunta dalle parole che l’artista Franco Corrocher ha lasciato al fianco della sua opera: “Tu Esisti, nulla è più importante di questo. Puoi Essere o non Essere, fare o non fare. Tu puoi creare il tuo futuro. Tu puoi tutto o quasi. Dipende solo da te”.
E il futuro parte anche dalla conservazione della memoria collettiva.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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