Non tutti sanno che a Colfosco si trova il grande monumento del Cristo dell’Isonzo e del Piave, collocato nella frazione di Susegana nel 1968 dai “Ragazzi del ‘99”.
Il monumento, visibile anche da lontano, si trova a pochi passi dalla chiesa parrocchiale di Colfosco ed è dedicato alle vittime civili del Piave e di tutte le guerre.
Un monito per non commettere gli errori del passato ma anche un segno di speranza, visto che il Cristo apre le braccia come ad accogliere i figli che tornano dal fronte ma anche quelli che non sono più tornati.
“Ai caduti civili del Fosco ottobre 1917 e di tutte le guerre, – si legge alla base del monumento – oscuri eroi della Patria che caddero a fianco dei gloriosi combattenti. Questo ricordo imperituro del Cristo dell’Isonzo, il sodalizio nazionale Ragazzi del ‘99 e il Comune di Susegana dedicano 20-10-1968”.
Andando a cercare delle informazioni su questo monumento si trova un racconto molto toccante: “E venne il dì della passione d’Italia, il fante dell’Isonzo e del Carso fu costretto ad abbandonare le trincee, ove aveva gloriosamente combattuto per trenta mesi durissime e sanguinose battaglie. Lacero e stanco per le marce forzate, gli apparve l’immagine del Cristo, incoronato di spine e grondante sangue che accompagnò il soldato fra disagi e sofferenze, fra lacrime e pianti di madri, di spose, di bimbi e di vecchi fuggiaschi fino alla sponda sinistra del Piave”.
“E proprio qui che il fante dell’Isonzo e del Carso, estenuato dalla fatica, stava per cadere quando la mano di Cristo lo sorresse e gli additò una luce. – continua – L’anziano fante, erettosi, guardò innanzi e vide in quella luce l’immagine della Madonna, vestita di blu, che dalla riva destra del Piave accompagnava per mano un giovinetto in grigio-verde, armato di fucile e di elmetto. Le immagini di Cristo e della Madonna sorrisero e scomparvero. Allora, l’anziano combattente dell’Isonzo e del Carso, benedetto dal popolo implorante, la mano del ragazzo diciottenne strinse e insieme fecero giuramento di combattere per la salvezza della Patria e l’Italia fu salva”.
Il turista o il cittadino che dovessero recarsi nel luogo che ospita questo monumento sono invitati a riflettere sulla sofferenza che tutte le guerre provocano all’umanità e sull’importanza di lavorare per far crescere degli operatori di pace, in un mondo nel quale i conflitti sono all’ordine del giorno e sembrano non finire mai.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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