“L’era lonc che el ciapea tutta la strada”: alla scoperta del saettone e del suo legame con le farmacie

Ho vist un bison l’era lonc che el ciapea tutta la strada”: Fabio Dartora, tecnico faunista esperto in monitoraggio della fauna selvatica, esordisce con questa espressione per descrivere il saettone, il protagonista dell’approfondimento di Qdpnews.it di questa settimana sugli animali dei boschi e delle campagne dell’Alta Marca Trevigiana.

Quanti di noi hanno sentito questa frase – si interroga il tecnico faunista di Pederobba – quando qualcuno nelle sere d’estate si vede attraversare la strada dal saettone (Zamenis longissimus) che, nel dialetto della Pedemontana Trevigiana, è chiamato anche Anda? Si tratta di un colubride che può diventare molto lungo, infatti può quasi sfiorare i 2 metri. Le femmine sono più grandi del maschio ed entrambi presentano una pelle verde oliva con la testa più chiara”.

“Si accoppia in primavera nel mese di maggio – prosegue – e la femmina depone circa 15 uova che si schiuderanno alla fine dell’estate. Questo colubride non lo troviamo come il biacco sotto il sole di mezzogiorno, perché si muove nel sottobosco umido e ombroso o, nelle giornate più calde, possiamo incontrarlo quando attraversa le strade verso sera. Il saettone ha un’indole tranquilla e si nutre di piccoli vertebrati, piccoli mammiferi, rettili o anfibi, ma anche uccelli, uova e nidiacei”.

“Ricordo il mio primo incontro con il saettone – aggiunge Dartora -, ero ragazzino e l’ho visto nella zona del fiume Piave mentre si arrampicava sul tronco di un vecchio pioppo morto per raggiungere il nido di un picchio rosso maggiore e nutrirsi dei suoi pulli. La natura mette ogni tassello al suo posto e il ruolo del saettone nell’ecosistema è unico. Il saettone viene chiamato anche Colubro di Esculapio e lo vediamo raffigurato nel simbolo delle farmacie”.

“Secondo la mitologia greca – racconta Fabio Dartora – Esculapio è il dio della medicina e anticamente si credeva che il morso del saettone potesse far guarire i malati e i feriti al punto che i soldati portavano questi animali in guerra per farsi mordere in caso di ferite. Ovviamente è solo una leggenda che appare molto lontana dal pensiero comune rispetto al quale i serpenti sono considerati animali demoniaci”.

Ricordo che come tutti i serpenti è una specie protetta perché è riconosciuta la sua estrema importanza ecologica – conclude il tecnico faunista originario di Pederobba – A volte, sbagliando, si dà valore ad un animale in base alla sua bellezza che comunque è sempre soggettiva. In realtà, la differenza la fa la sua ecologia e ogni animale è indispensabile per l’equilibrio dell’ecosistema”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: per gentile concessione di Fabio Dartora).
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