Tra crèn e museto l’Ingorda Confraternita celebra a tavola la festa di Sant’Antonio Abate “porcaro”, il protettore degli animali domestici e dei norcini

Si scrive crèn o kren (in tedesco, il termine è però di origine slava), ma il risultato è sempre lo stesso: una salsa cremosa dal sapore molto fresco e molto pungente, ricavata dalla radice commestibile di una pianta, l’Armoracia Rusticana.

Si presenta come una carota marroncina; comunemente ed erroneamente  viene chiamata rafano, che invece è il ramolaccio o Raphanus Raphanistrum, facente parte della stessa famiglia di brassicacee (o crocifere), una sorta di grossa rapa, piccante in alcune varietà, dolce in altre. Comunque, nel linguaggio comune i due termini, crèn e rafano, si usano indifferentemente uno per l’altro.

Per chi ama i sapori forti, il crèn è il più degno accompagnamenro di arrosti, bolliti e carni di maiale, nella versione piccante o dolce. Nella cucina veneta e del Nordest è una salsa così popolare e amata da farne anche materia di una gara tra cuochi “dilettanti” per eleggere il miglior crèn dell’anno preparato in casa.

La sfida ha come terreno di gioco il bar trattoria al Molino di Biadene di Montebelluna, condotto da 24 anni dalla famiglia Merlo: papà Gino e le figlie Silvia e Alberta, a cui si aggiunge la cuoca Rosi. Tutto è cominciato una sera di cinque anni fa, per scherzo, dalla divertente contesa tra due clienti della trattoria, che sostenevano di essere i migliori specialisti di questa salsa.

Duello del gusto che alla famiglia Merlo ha ispirato la serata “Mastercrèn”, una gara che la trattoria di Biadene organizza nel mese di gennaio e che coinvolge soprattutto clienti e amici in una gustosa tenzone gastronomica.

Venerdì 14 gennaio si è svolta la quinta edizione, che quest’anno è stata inserita nel calendario di “Porcomondo. Festival sui generis sul mondo del maiale”, la rassegna organizzata dall’Ingorda Confraternita del Museto condotta dal gran maestro Matteo Guidolin, sindaco di Riese Pio X.

Alla Trattoria al Molino si sono sfidati 13 partecipanti, che hanno portato il barattolo contenente il crèn già preparato a casa secondo ricette personalissime e “segrete”. Ha vinto il titolo di miglior crèn del 2022 quello proposto da una signora montebellunese, Sabina Panazzolo; secondo classificato Stefano Semenzin, mentre Giovanni Cazzaro si è aggiudicato il terzo posto.

Le salse in gara sono state assaggiate (in forma anonima, prima da sole e poi in abbinamento con il bollito di carne) dalla giuria presieduta da Matteo Pieri e composta da Sara Renosto, Paolo Daniel, Damaso Nandi e Giancarlo Saran, che è pure presidente della giuria del Campionato del mondo del Museto.

Competizione, quest’ultima, che chiude il festival “Porcomondo” e che si terrà lunedì 17 gennaio a Riese Pio X, nel giorno in cui la Chiesa celebra Sant’Antonio Abate, precursore dell’ascetismo monastico cristiano, protettore degli animali domestici e del bestiame, del lavoro del contadino e di altri mestieri affini, o derivati, dell’attività agricola.

Mestieri in cui  sono compresi macellai, norcini, fornai, pizzicagnoli, salumieri, tosatori, canestrai. Inoltre, l’abate è patrono del fuoco, delle malattie della pelle e persino dei becchini. In questa festività è consuetudine, diffusa in tutta Italia, benedire all’esterno delle chiese gli animali domestici (tradizionalmente in questa ricorrenza non si macellavano) e da lavoro, nonchè i veicoli. L’iconografia tradizionale raffigura il santo eremita con al seguito un porcellino, perciò è detto anche “porcaro” e gli si è affidato il norcino quale artigiano da proteggere. 

Nel paese di San Pio X  la festa dell’abate con il maialino ha un risvolto molto laico, abbinata ad uno dei piatti identitari del nostro Nordest e alla salvaguardia delle tradizioni locali che vanno preservate, secondo lo spirito fondativo dell’Ingorda Confraternita.

Lunedì 17 gennaio all’azienda vinicola “Caneva de Biasio”, a poca distanza dal Santuario Mariano delle Cendrole, sono chiamati a raccolta i norcini  più esperti per assegnare il titolo mondiale di miglior museto del 2022. Dopo lo stop forzato del gennaio 2021, causa pandemia, la competizione torna ad animare la scena gastronomica veneta per il quarto anno, rispettando le normative contro il Covid -19.

La Confraternita quest’anno ha innalzato il livello del concorso, che andrà a decretare il primo campione del mondo del museto. A sentenziare chi sarà il primo produttore degno del titolo sarà una giuria capitanata da Giancarlo Saran (giornalista gastronomico e accademico della cucina), che comprenderà tra gli altri il sindaco di Treviso Mario Conte, l’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner, i giornalisti Domenico Basso, Cristiana Sparvoli, Marina Grasso, Elisa Guizzo e Mauro Pigozzo, i rappresentanti delle Confraternite venete della Sopressa di Bassano e Formaggio Piave Doc, Alessandro Martini del Consorzio Marca Treviso, Furio Bragagnolo di Pasta Zara, Cesare De Stefani dell’Osteria senza oste e altri ancora.

A contendersi il titolo ci saranno oltre trenta produttori da tutto il Veneto. La gara era stata vinta da Luciano Ceccato di Riese Pio X nel 2018, dai The Kings of Matcha di Montebelluna nel 2019 e da Pierluigi De Meneghi di Spresiano nel 2020.

(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it)
(Foto: Facebook Silvia Merlo)
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