Il passaggio generazionale di un’attività è una delle fasi più temute dagli imprenditori di oggi: una vita di sacrifici, di scelte difficili, di reti intessute con clienti e fornitori, che viene consegnata a qualcun altro, con altre passioni, con altre prospettive. Spesso il proseguimento di una realtà produttiva, per quanto solida sia, dipende anche da questo momento, che dovrebbe arrivare in modo naturale, senza forzature, ma con delle novità.
Un esempio interessante è quello della falegnameria di Crespignaga LegnoMart, gestita da Emanuele Martinello, un imprenditore giovane ma anche un già “maestro d’opera del legno”, titolo simile a quello ottenuto nel 2014 anche da suo padre Gino. Emanuele ci accoglie nella sua ditta, che sta ampliando gradualmente, raccontandoci la sua realtà e come la tradizione di una falegnameria artigianale abbia incontrato in qualche modo le sue passioni per la tecnologia.
Con una decina di collaboratori, LegnoMart propone serramenti di una qualità molto particolare, caratterizzati specialmente da finiture eseguite a mano, con estrema attenzione alla sensazione tattile e alla precisione degli innesti. Martinello è nato e cresciuto all’interno della bottega, che dista pochi metri da casa sua, ma ha anche saputo sfruttare i propri interessi nel tempo libero, apparentemente distanti dal mestiere di suo padre, per portare qualcosa di davvero nuovo nel mondo dei serramenti: Emanuele, infatti, “parla” con le porte e con le finestre. Dice loro di aprirsi o di chiudersi, di accendere o di spegnere una luce, ordina loro persino di attivare l’allarme.
Sono i nuovi segreti della domotica, che però in questo caso riscoprono una forma di artigianato che riesce a dialogare con tecnologie come Alexa o come altri sistemi di riconoscimento digitale. Quindi una porta che si apre a comando o con un’impronta digitale, con uno smartphone o con una chiave che non va inserita da nessuna parte diventano accessibili anche sulla facciata di una casa di gusto rustico.
Con umiltà ma anche con soddisfazione, Emanuele ci racconta che tutto è nato da un suo hobby, a cui alcuni lettori reagiranno con una certa nostalgia dei primi anni 2000: l’audiocar, ovvero una branca del tuning che prevede l’allestimento di impianti audio avanzati su automobili e altri veicoli. Partendo da una Peugeot 206, Emanuele è arrivato ad applicare l’idea del sonoro anche agli oggetti in legno che produceva, riuscendo a proporre qualcosa che ancora sul mercato si vede poco. Tra le altre cose, porta avanti una seconda attività di service audio, lateralmente al suo mestiere. Così gli infissi non sono in fondo solamente infissi e anzi portano anche un nome, che ricordano l’Asolano e i suoi personaggi: da D’Annunzio alla “Divina” (Eleonora Duse).
“La maggior parte dei nostri clienti viene qui per passaparola – racconta Emanuele, – Sanno che qui le cose le facciamo bene e con una visione ancora da artigiani. La tecnologia ci dà una mano a svolgere delle operazioni, ma anche a rendere sostenibili i processi e aumentare il comfort dei nostri collaboratori. Per esempio, i trucioli di scarto vengono bruciati e utilizzati per il riscaldamento a pavimento”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
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