Alle due estremità dei Colli Asolani spiccano la Rocca di Asolo e quella di Cornuda, con un passato diverso ma una caratteristica in comune: le due strutture dominano con una vista a tutto tondo. Questa caratteristica è tipica dei siti castellari e a Crespignaga di Maser, risalendo via San Marcuola, ne esiste un esempio notevole, se pur ancora poco conosciuto.
Questo antico terrazzamento è stato scelto dalla Pro loco di Maser e dal Comune come luogo ideale per festeggiare la giornata regionale dei Colli Veneti e, assieme agli architetti Michele Potocnik e Fiorenzo Bernardi, che hanno curato il progetto, questa mattina gli interessati hanno potuto visitarlo, cogliendo anche i dettagli più affascinanti di una storia che sta proprio sotto gli occhi dei cittadini, ma che solo recentemente abbiamo iniziato ad approfondire e valorizzare.
Lungo la Pedemontana, di castelli dimenticati, alcuni perduti tra i rovi, altri tra le case, ce ne sono diversi: da Castel Zigot di Muliparte fino a Romano d’Ezzelino si possono ancora notare gli indizi che testimoniano l’antica presenza di luoghi di potere, fortezze capaci di governare il territorio con o senza il benestare del popolo. Il dominio sulla zona, nel caso di queste famiglie, come i Da Crespignaga, era derivato, affidato dai legittimi proprietari che vivevano altrove.
Al Castello di Crespignaga, che oggi è su terreno privato, è ancora visibile la tagliata d’accesso, studiata in modo che l’eventuale invasore fosse svantaggiato in caso di assalto, e il bagolaro, un albero all’ingresso: le ricostruzioni grafiche mostrano una struttura con una forma “a mandorla” con un cortile e delle mura interne, oltre a una torre, in grado di ospitare circa 50 persone con 10 uomini al servizio di guardia.
Le comodità all’interno del dongione, l’area più protetta, dove risiedeva il signore, erano relative, ma comunque superiori allo standard: l’architetto Potocnik, nella sua descrizione, cita in particolare Gualpertino da Crespignaga e i suoi fratelli, che probabilmente abitarono il castello. Secondo lo studio, è probabile che nelle vicinanze, sulla collina opposta, sorgesse anche un convento.
“Non ci siamo permessi di ricostruire l’esatto manufatto ma abbiamo cercato di immaginare come il castello si inserisse nel panorama a quel tempo – spiega l’architetto Fiorenzo Bernardi, di Maser – Anche durante la grande guerra molti di questi siti castellari sono stati utilizzati come punti d’osservazione: questo dimostra quanto il legame con il paesaggio sia sempre stato intenso”.
Quasi tutti questi siti hanno avuto un’evoluzione simile: hanno perso importanza nei secoli e sono diventati, nella maggior parte dei casi, il roccolo delle ville che nel frattempo erano state costruite a valle, come villa Barbaro.
“La maggior parte dei Colli Asolani ricade nel territorio comunale di Maser: la sua punta più alta è raggiunta dal Monte Collalto con i suoi 496 metri d’altezza – commenta la sindaca Claudia Benedos – Ringrazio la Pro loco e il presidente Claudio Crotti per l’organizzazione di questo evento tra storia e natura, aperto a tutti gli appassionati e curiosi, per promuovere e celebrare insieme in nostri colli, che ora vantano il riconoscimento di riserva della biosfera Mab Unesco”.
“Tra le varie caratteristiche che avevamo a disposizione per rappresentare Maser nella giornata dei Colli Veneti abbiamo scelto i siti castellari perché non hanno la popolarità di altri siti più conosciuti. Volevamo accendere una luce intorno a questi quattro siti. In quest’edizione ci siamo concentrati sul sito di San Marcuola, che presenta caratteristiche ancora molto visibili ed è di facile accesso”. Alla visita, come da tradizione, non è mancata l’offerta dei prodotti tipici di Maser.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
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