Cantautore in esplorazione del “vivere quotidiano”, Stefano Dall’Armellina (nella foto con Canal – Il Canal), originario di Mareno di Piave, ha fatto della musica la sua passione e lavoro.
Ha iniziato la carriera musicale quasi per gioco nel 1989, e, successivamente, viene notato per la sua semplicità e coerenza artistica muovendosi tra diverse importanti manifestazioni.
Esperienze che lo portano alla pubblicazione di un primo lavoro discografico autoprodotto e ad un’intensa attività concertistica con importanti collaborazioni: “Impronte”.
Nel 2000 vince la 10ª edizione del Premio Città di Recanati. L’anno seguente esce il primo album ufficiale del cantautore veneto, dal titolo “Fiato Corto”.
Stefano ha poi fatto uscire quattro dischi fino al 2007, facendo partire una lunga serie di concerti e tour collaborando anche con artisti importanti.
Ora, nel 2021, il cantautore è pronto a dar libero sfogo a un nuovo progetto, arrivando anche a sperimentare nuove sonorità senza però tralasciare la propria indole artistica che lo ha contraddistinto in tutti questi anni.
“Rinascere Domani è il nome del progetto ma anche di un’intenzione – afferma – sto lavorando con Valerio Carboni per la lavorazione di questo project che conterrà 7/8 brani nuovi ma tutti con una nuova concezione musicali. Per me diventa un mondo molto più “Pop”: una rinascita vera e propria, sia dal punto di vista musicale che storico”.
Come detto, Stefano non intende snaturarsi però, tenendo sempre in considerazione a livello tecnico diversi parametri durante la stesura di una canzone: “Sono sicuro che per la mia realtà di autore non ci sia una vera e propria esigenza di flusso e coscienza. Io amo molto la melodia, che è prettamente italiana come concetto, e tutto deve conbaciare bene (sillabazioni e sound) per creare il giusto rapporto tra testi e base“.
Il rapporto con il territorio per il cantante, nonostante il suo viaggiare tra Italia ed Europa, non è mai mancato e gli ha permesso di fare da tramite tra diverse culture e paesi: un marchio di fabbrica di molti cantautori.
Per molti cantautori, come Stefano, c’è il bisogno di esprimersi ma il saperlo fare utilizzando un linguaggio universale è qualcosa di difficilissimo, chiunque è in grado di inventarsi qualcosa da descrivere o da dire ma l’intraducibilità dell’essere umano può essere un grande freno.
Proprio per questo motivo il cantautorato, anche nella versione più “globalizzata” del giorno d’oggi, è una delle forme più belle di poesia e letteratura, poiché riesce a dire a parole ciò che i sentimenti vorrebbero urlare ma non ci riescono perché la nostra anima è più grande del nostro corpo, la nostra essenza è più densa di noi, tanto da dover ammirare chi riesce portare fuori quest’ultima: i poeti.
(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it).
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