Alla scoperta del “Capitel dei Lovi”: assieme all’esperto di storia locale Tiziano Biasi, si scopriranno i segreti di questo luogo magico.
“L’antica edicola è uno dei luoghi storicamente più importanti della frazione di Ciano del Montello, in località S. Mama – racconta Biasi – alla fine della borgata si apre un campo e tra le piante pioniere, in particolar modo tra le robinie, si erge il capitello”.
Detto anche ‘Capitello dei lupi’, costituisce probabilmente la più antica edicola votiva del Comune, non possiede particolari pregi architettonici ma una forte valenza storica ritenendo che la sua costruzione risalga al 1300 circa.
Rappresenta un ex voto come si legge nel poemetto manoscritto: ‘Delle antiche rovine di Ciano’ di Gerolamo Bortolato di fine ‘600, fatto erigere da un tale per aver scampato l’assalto dei lupi.
All’interno vi sono degli affreschi di epoca recente raffiguranti il buon pastore ed il riferimento al lupo sembra evidente: le opere pittoriche sono sovrapposte a tracce più antiche, ove ancor oggi si possono intravvedere delle zampe pelose di un lupo.
Attorno al capitello, per la distanza di tre passi, esisteva una zona franca entro la quale nessuno poteva essere arrestato.
Da queste leggende è possibile trovare un lato veritiero, ovvero i lupi durante il XIII secolo erano una problematica non da poco, poiché si aggiravano soprattutto tra i boschi del Montello.
Per questo motivo Treviso istituì uno statuto speciale nel 1284 nel quale ordinò la costruzione di una trappola per catturare queste bestie selvagge, con una ricompensa in base alla grandezza dell’animale: anche a Ciano sono state documentate queste ricompense nel libro delle spese.
“Nel corso degli anni gran parte della struttura dell’opera fu comunque soggetta ad eventi naturali e atti di vandalismo che ne hanno compromesso l’integrità – precisa Tiziano Biasi – scampato alle granate del primo conflitto mondiale, la sua manutenzione era affidata alle cure del proprietario del fondo a cui si aggiunse un gruppo di volontari che negli anni ’70 lo hanno salvato dal degrado totale con interventi murari e dotandolo di un’inferriata di chiusura“.
“Recentemente l’amministrazione comunale – conclude – ha curato un restauro per dare dignità all’opera che sappiamo essere legata alle tradizioni di S. Mama, località dedicata al santo protettore delle prime comunità cristiane, identificato anche con Mamerto vescovo del V secolo, che volle dare impulso alle rogazioni contro le calamità naturali, ivi compreso l’assalto dei lupi”.
(Fonte: Ylenia Bigolin © Qdpnews.it).
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