Lo vediamo splendere lassù, in cima al monte Castello, imponente e glorioso nonostante lo scorrere dei secoli: quello di Castelbrando è un sito che in molti si sono ritrovati ad ammirare, anche solo percorrendo la Valsana o sfogliando qualunque opuscolo turistico dell’Alta Marca Trevigiana.
Conoscere un luogo così pregno di storia, di arte e dei segreti dei personaggi che l’hanno abitato non significa però soltanto guardare ma anche imparare a immaginare, orientandosi solo con il paesaggio, e comprendere così cosa significasse un tempo vivere in un luogo del genere, con una vista a tutto tondo su terre ancora selvagge, eppure soggette al potere di una sola famiglia.
A guidarci in un viaggio nell’autentica Castelbrando antica, in questo episodio tra il dodicesimo e il tredicesimo secolo e nei prossimi nel Cinquecento e poi nel Settecento, è la storica dell’arte ed educatrice museale Cristina Chiesura, che ha scelto come punto di partenza la corte interna del castello. Si tratta di un’area suggestiva ed esclusiva, che propone una veduta panoramica sulla frazione follinese di Valmareno.
“Attualmente questa zona è circondata da palazzi del 1500 e del 1700 – spiega l’esperta, – ma tornando indietro nel tempo dobbiamo immaginarla con una situazione architettonica ben diversa: un luogo circondato dalle mura, con una torretta di guardia che serviva per il controllo militare dei valichi di montagna, in questo caso del passo Praderadego”. È proprio all’interno di questo contesto che si sviluppò il primo palazzo abitativo, accanto al quale sorse anche una piccola chiesa di età romanica, antenata di quella oggi visitabile. Sorsero così poco dopo anche le due guardiole che si possono osservare vicino alla linea della funicolare, sul versante che dà sul borgo di Cison.
Nel muro di questa corte interna si nota, incastonato nel muro come un gioiello, un bassorilievo risalente alla fine del 1300 raffigurante Brandolino III, anche se il primo ad arrivare è stato Brandolino IV. In effetti, l’opera “porta bene gli anni che ha” e alcuni dettagli presenti in essa consentono di individuare la provenienza dell’importante famiglia: “Brandolino viene raffigurato sul suo letto di morte, – spiega Cristina Chiesura, – dall’armatura possiamo desumere che sia caduto in battaglia, perché soltanto i guerrieri che trovavano questo destino potevano essere ritratti in questo modo. Era un combattente dalla grande eleganza, con dettagli come il gonnellino decorato e lo stemma della famiglia sul petto. Gli scorpioni ritratti sull’armatura derivano dalla partecipazione dei Brandolini alle Crociate”.
Per scoprire al meglio i segreti di CastelBrando l’unica vera opzione rimane visitarlo, prenotando una visita guidata: nel frattempo, Qdpnews.it ha dedicato al castello più celebre dell’Alta Marca una serie di approfondimenti, che seguono l’evoluzione del sito nei secoli, fino ai giorni nostri, dove continua a rimanere un importante cardine del turismo nazionale e internazionale.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
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