Si alza al mattino presto e va a controllare gli animali: le mucche, i maiali, i conigli, le oche e le galline. Poi prende un cesto, mette in moto il quad e percorre la strada sterrata che lo divide dagli orti e dalla serra, tra i filari di vite e le macchie di boscaglia.
La Vallata da questa prospettiva si mostra in tutta la sua estensione, da Gai fino al lontano CastelBrando, in una prateria selvaggia che al mattino presto brulica di animali selvatici, lepri soprattutto, e di un silenzio insolito.
Strappa qualche ciuffo d’insalata, dà da bere a delle colture, semina o sceglie tra i vari ortaggi di stagione quelli più maturi. A una certa ora poi Luca Carniel, classe 1991, torna all’agriturismo La Pila, appoggia il cesto di ortaggi sul tavolo della cucina, indossa il grembiule e si mette a cucinare, utilizzando soltanto prodotti a chilometro zero, ma con un tocco di creatività gourmet.
Quella del cuoco-contadino è una vita così, tra campagna e cucina, che Luca ha scelto potremmo dire per amore, in tutti i sensi.
“Questi due lavori fanno parte di qualcosa che sta dentro di te. Bisogna avere tanta passione, sia per fare il contadino sia per fare il cuoco. Quando hai queste cose, puoi essere tranquillo che comunque le soddisfazioni le raggiungi – spiega -. Io lavoravo in un noto ristorante a Miane quando ho conosciuto la ragazza che oggi è mia moglie. Mio suocero voleva continuare con quest’azienda agricola e aveva bisogno di qualcuno che portasse avanti la cucina: così ho accettato e, venendo qui, mi sono appassionato anche al mondo dell’agricoltura. E sì, continua a piacermi anche adesso”.
Così, quando ci si lamenta che i giovani non vogliono più fare fatica, svolgendo mestieri faticosi come quello del contadino e del cuoco, è bene sapere che esiste anche chi li svolge entrambi e si dichiara felice, non stufo o rassegnato: “I nostri orari sono abbastanza fluidi: ci svegliamo presto la mattina, compreso il fine settimana – racconta Luca mentre raccoglie degli asparagi freschi in un appezzamento di terreno vicino a Mura -. In cucina finiamo tardi, ma comunque io riesco a trovare i momenti da dedicare alla famiglia. Abbiamo una stalla con una quarantina di capi di manze, come ortaggi abbiamo un po’ di tutto, comprese varie tipologie di pomodoro”.
La formazione di Luca in un ristorante a tutto tondo gli consente di declinare la parola “agriturismo”, nel suo significato più tradizionale, in una formula moderna e gourmet: la semplicità e i prodotti a chilometro zero descrivono i gusti autentici della cucina contadina, valorizzati da qualche trucchetto del mestiere. Tra gli affettati di sua produzione, il cuoco-contadino sta elaborando una bresaola di manzo fatta in casa.
“La parola agriturismo vuol dire cose di una volta, quindi il classico tagliere di affettati e le carni in umido esisteranno per sempre – afferma -, io ho voluto aggiungere anche un po’ di innovazione perché comunque la clientela è diversa e ormai siamo nel 2022. Il nostro menù si basa sulle stagioni e il nostro piatto tipico è ovviamente lo spiedo, ma facciamo anche molti dolci fatti in casa”.
“Conosco molte persone della mia età che lavorano nel settore, non tanto come azienda agricola ma come ristorante e, ripeto, devi averlo dentro perché comunque rimane un lavoro davvero duro e non soltanto durante la stagione – conclude Luca -. Non mi sorprende sapere che ci sia una grande carenza di personale, ma ai giovani consiglio di mirare a quello che vogliono fare e ottenerlo, superando i problemi. La soddisfazione sta lì”.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
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