La crisi degli ultimi giorni non ha interessato soltanto le strutture del centro storico, ma anche le attività alberghiere ai piedi della collina: in moltissimi casi, sono state cancellate le prenotazioni per tutto il mese di marzo, prevalentemente quelle degli stranieri che, spaventati dalla questione virus, hanno valutato un viaggio in Italia troppo rischioso.
È così importante ricordare che la vista su Asolo può essere goduta non solo dall’interno e da sud, prospettiva dalla quale viene raffigurata più spesso, ma anche da ovest. Oltre a hotel di pregio, bed & breakfast, residence e affittacamere, c’è una soluzione informale e decisamente originale che rimane nascosta tra i ciliegi di Pagnano d’Asolo, sui pendii boscosi di una piccola collina davanti al colle Cogorer.
Non tutti, infatti, sanno che nella frazione c’è una country house, il Barone d’Asolo, e ancora in meno, perlomeno in zona, conoscono la particolarità di una delle sue stanze – con sicurezza potremmo dire la più bella – che è a tutti gli effetti è la casa sull’albero che da bambini in molti abbiamo sognato.
La struttura è inserita in questa categoria per sfruttare i grandi spazi esterni che ha a disposizione: animali come capre, galline e anatre scorrazzano libere attorno alla piscina, nel vigneto e in mezzo ai giardini.
Non sono i 40mila metri quadrati di terreno, ma la sinergia di competenze tra un padre e una figlia l’ingrediente alla base della stanza sull’albero, posta a quattro metri e mezzo dal terreno nel suo punto più alto: la casetta sull’albero è stata un’idea di Roberto Dallavalle, di origine trentine, poi gestita e attualmente diretta dalla figlia Luisa e da suo marito.
Interamente costruita a mano da un artigiano specializzato, la stanza è stata frutto di un lungo susseguirsi di questioni burocratiche e problematiche che ha portato infine alla realizzazione di una sola struttura, quando il progetto iniziale ne prevedeva due.
Trenta metri di stanza, pochi in meno di terrazzo: un panorama che descrive un’Asolo diversa, vista da Ovest e da una certa distanza, caratterizzata dal profilo longilineo di colline meno trionfanti ma costellate di ville di indubbio valore.
“Da qui persino gli asolani faticano a riconoscerla – commenta Luisa – è una prospettiva originale, come l’ambiente, che qui è assolutamente e volutamente informale. C’è a chi non piace e chi invece lo apprezza”.
I clienti, secondo la testimonianza della titolare, sono prevalentemente stranieri: un 70 percento di austriaci e tedeschi, oltre a qualche belga. Il resto degli ospiti è composto da quegli italiani che si spostano per lavoro e che desiderano provare qualcosa di diverso per trascorrere una notte infrasettimanale.
Asolo vanta così una soluzione di soggiorno alternativa, decisamente romantica perché discreta, che, oltre a mostrare un altro “orizzonte” tra gli altri novantanove, potrebbe ricordare nostalgicamente la casa sugli alberi che da ragazzini costruivamo nel bosco con un martello e qualche chiodo.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Barone d’Asolo Country House).
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