Una sequenza di dieci minuti ritrovata negli archivi dell’Images Défense, portale del governo francese, recuperata da un volontario appassionato e recentemente ripubblicato dal sindaco Mauro Migliorini ci proietta nell’Asolo della prima Guerra mondiale (nel 1918): mentre la pellicola scorre osserviamo attraverso il 35 millimetri una città sorprendentemente riconoscibile, se pur in bianco e nero e senza audio.
Il filmato descrive con una modalità documentaristica e un’osservazione discreta come alcune truppe francesi si siano stabilite ad Asolo, rifornendosi d’acqua alla Fontana Maggiore e trovando accoglienza da parte degli italiani. Dalla prima scena si intravede quello che oggi è il Caffè Centrale, il quale presenta sul frontone la scritta “caffè bigliardo”.
Le successive sequenze mostrano la Loggia, il Palazzo della Ragione, la Torre Civica che segna mezzogiorno e tre quarti, l’Asilo Infantile Vittorio Emanuele II, la porta di via Browning, la Fontana dei Cavalli con tanto di celebre cartello “Vietato abbeverare quadrupedi”.
Dopo qualche minuto, il documentario girato da ignoti ci porta nelle trincee lungo il Piave, con vista sul Cesen parzialmente innevato e sulla Sinistra Piave: il paesaggio invernale appare desolato, forse anche per via dell’imbrunire. Dall’altra sponda del fiume sacro alla Patria si intravede un solo campanile all’orizzonte, con annessa chiesa. Tornando ad Asolo, in centro, si intravede via Regina Cornaro e tra i passanti anche un bambino e una bambina. Il cameraman porta poi l’obiettivo sulla Rocca, sul convento e sull’edificio dove oggi sorge l’Albergo Al Sole, che si mostra con un particolare colonnato sul lato, vicino all’immutabile Villa Scotti De Brandis Browning Pasini.
Il campanile di Asolo si vede bene dal cortile del castello, dove aspetta una gran folla di soldati, mentre Palazzo Beltramini, il municipio, appare in una sequenza successiva, anche oggi spesso scelta dai turisti che visitano il centro. Vi passano accanto alcuni carri trainati da cavalli e muli. Durante alcuni primi piani di soldati francesi, si vede alle spalle la scritta “pompieri”. Nel breve filmato risulta interessante osservare anche la sorpresa dei soldati nel vedersi ripresi, cosa estremamente rara all’epoca (ancor più rispetto alle fotografie) e capace di strappare anche qualche sorriso, nascosto sotto i folti baffi e la polvere della battaglia.
Nell’ultima sequenza si intravede quella che, come descritto da un precedente articolo di Qdpnews.it, sembra essere Villa Pola-Neville a Covolo, di cui oggi restano soltanto le scuderie. Lo si dedurrebbe da una cartolina ritrovata in cui si può notare la stessa vasca d’acqua che poi sarebbe stata posta nella piazza di Valdobbiadene. Una storia che segna un legame tra i territori della destra e della sinistra Piave, capace di ricucire l’enorme faglia che la Grande Guerra aveva creato tra le sponde del nostro fiume.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
(Foto: Images Défense).
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