“Oliveti aperti”, viaggio porta a porta dai piccoli produttori di Maser: ritualità e segreti del mestiere raccontati nella loro dimensione più autentica

Si seguono le indicazioni lungo la strada, si raggiunge un cortile d’accesso, si suona il campanello o si bussa alla porta di un casolare all’apparenza qualsiasi, in collina o in campagna, e si viene accolti in una dimensione famigliare, ospiti di un’azienda agricola che nella maggior parte dei casi esiste per tramandare una tradizione decennale più che per mere questioni economiche.

È ciò che succede a “Oliveti aperti”, l’iniziativa organizzata dalla Pro loco di Maser che la scorsa domenica e la prossima, il 5 di dicembre, ha permesso e permetterà ai produttori locali di esporre le loro specialità, mostrandole nel loro contesto più intimo.

Dagli olivicoltori del territorio alle sedi delle ppl (piccole produzioni locali), dai ristoranti alle cantine e agli agriturismi, questa mostra diffusa riprende il concetto di turismo esperienziale e lo adatta alle caratteristiche di Maser. Poco importa se di olio ce n’è poco: da Crespignaga a Muliparte, passando per Coste, Madonna della Salute e il centro del paese, dove splende sontuosa Villa Barbaro, gli aneddoti che si possono raccogliere facendo visita ai produttori aderenti all’iniziativa rendono degno il viaggio.

È un po’ come andare a trovare degli amici di famiglia: si assaggia, si chiedono informazioni e, davanti a un caminetto crepitante, si comprendono fortune e difficoltà delle singole realtà, spesso portate avanti nel dopo lavoro, per passione.

L’unica cosa che i produttori badano bene a custodire, anche se qualche volta l’ospite attento non manca di notare comunque, sono i segreti del fare: metodi e riti tramandati da decenni, capaci di fornire ai prodotti quel sapore speciale.

Passando da Michele Callegari e da sua moglie Meri, per esempio, è possibile visitare il frantoio che permette all’azienda agricola di scegliere parametri precisi nella frangitura, cercando di raggiungere standard qualitativi capaci di portare a casa ottimi risultati ai concorsi nazionali.

Si bussa a una porta in lamiera e all’interno si trova un’ampia taverna, dove si svolge la degustazione. Anche le scuole hanno fatto visita a questo sito, in quanto capace di mostrare il ciclo completo dell’oliva dalla raccolta alla fase finale.

“Quest’anno abbiamo pochissimo prodotto – spiega Callegari, – ma siamo soddisfatti lo stesso, perché i clienti continuano a richiederne per via della qualità. Il Comune di Maser sta puntando molto sulla qualità dei prodotti e il settore sta crescendo. Speriamo che anche i giovani possano impegnarsi in questo campo, anche perché se fatto con serietà può portare anche un vantaggio economico”.

Spostandosi a Coste e percorrendo via San Giorgio si raggiunge, in cima alla collina, l’azienda agricola delle sorelle Renata e Fabrizia Bianchin: ad accogliere l’ospite è l’intera famiglia che, oltre a dedicare l’etichetta del proprio olio a Giuseppe “Bepi” Bianchin, punta anche sui dolci.

A parlarne è Jessica Nardi, che oltre a far parte di questa famiglia è vicepresidente della Pro loco: “Abbiamo avuto la fortuna di ereditare dal nonno queste colline e la sua passione: è per lui che stiamo portando avanti tutto questo. Non è facile, ma anche quest’anno gli standard qualitativi sono elevati”. 

Anche seguire Orazio Bittante e suo figlio Denis nello scantinato dove, in una taverna accanto al laboratorio, vengono custodite le soppresse è un’esperienza che gli appassionati di questo prodotto dovrebbero provare: specialmente Denis, che non fa questo come primo lavoro, si è specializzato grazie alla conoscenza dello zio, che viene considerato un norcino esperto.

Oltre alle tecniche, come l’apertura scavata in prossimità di una falda acquifera sotterranea nella cella, anche la ritualità qui è considerata uno degli ingredienti: appesa con i salumi è presente un santino. “Tempo fa ci proteggeva dagli incidenti sul lavoro nei campi – spiegano i Bittante, – e per questo l’abbiamo portata qui per fare in modo che ci porti fortuna anche con le soppresse”.

Lo zigolo è un passero caratterizzato dal ventre giallo e il suo nome è stato adottato da un’azienda agricola con sede in via Argenta: a gestirla sono Claudio Crotti, presidente della Pro Loco, e la sua famiglia, che producono ciliegie, olio, marmellate e succhi di frutta. “Nasce dieci anni fa da un sogno che avevo con la mia famiglia. Abbiamo sia preso degli oliveti già esistenti, sia incrementato la presenza dell’olivo, arrivando a circa 750 piante”.

(Fonte: Luca Vecellio© Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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